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Occhio al peso tra gli 8 e 10 anni. Può causare diabete e patologie cardiache in età adulta

Un nuovo studio canadese suggerisce che i bambini di 10 anni con grasso corporeo in eccesso possono avere una maggiore probabilità di sviluppare patologie cardiometaboliche rispetto ai loro coetanei più snelli.

10 FEB - (Reuters Heatlh) - Alcuni ricercatori canadesi hanno misurato altezza, circonferenza dei fianchi e dimensioni delle anche per valutare il grasso corporeo in circa 600 i bambini dagli 8 ai 10 anni, e hanno ripetuto le stesse misure due anni dopo. L’osservazione ha messo in evidenza che ogni aumento dell’1% di grasso corporeo, rispetto a quanto determinato all'inizio dello studio, era legato a una diminuzione del 3%, della sensibilità all'insulina. Queste variazioni possono provocare iperglicemia e conseguentemente diabete.

Lo studio, pubblicato su JAMA Pediatrics, ha anche evidenziato che una maggiore attività fisica e un minore tempo trascorso a guardare la televisione, erano collegati a una migliore sensibilità all'insulina, con un conseguente minor rischio di diabete. La riduzione del grasso corporeo potrebbe spiegare almeno in parte questa connessione, come ha sottolineato l’autore principale dello studio Melanie Henderson dell'Università di Montreal. "I nostri risultati suggeriscono che dovremmo incoraggiare i bambini, già nella fase iniziale dell’accrescimento, ad essere fisicamente attivi e a ridurre il tempo trascorso davanti alla televisione, al fine di favorire un peso corporeo sano e una migliore salute cardiometabolica più tardi nella vita", ha detto Henderson.

 

I dettagli dello studio

La maggior parte dei ragazzi non era transitata verso la pubertà al basale, ma alla fine dello studio, due terzi di loro avevano sperimentato questa transizione. Al tempo 0 dello studio, tutti i partecipanti avevano almeno un genitore obeso e il 23% di loro era obeso, mentre il 19% era in sovrappeso. I bambini che mostravano una maggiore circonferenza dei fianchi o incrementi maggiori delle dimensioni dell'anca, durante lo studio, hanno mostrato una maggiore propensione alla insensibilità all'insulina, rispetto ai bambini con fianchi di dimensioni più ridotte. L'attività fisica appariva come la spiegazione principale per le differenze dell’adiposità riscontrate; l’aggiunta di ogni 10 minuti al giorno di attività fisica, da moderata a intensa, è stata associata con una misura inferiore del 3,5% del grasso corporeo, al termine dello studio, anche dopo aggiustamento per i livelli di fitness e per la durata del tempo trascorso davanti alla televisione. Questa quantità di esercizio è stato anche collegata a un aumento del 4,8% della sensibilità all'insulina. Allo stesso tempo, ogni aumento di un'ora del tempo trascorso davanti alla televisione, all'inizio dello studio, era predittivo di un aumento del 2,9% del grasso corporeo. Inoltre la stessa quantità di tempo (1 ora) davanti alla televisione è stata anche associata ad una riduzione del 4,5% della sensibilità all'insulina. Una lacuna dello studio è che 66 bambini (circa il10%) hanno abbandonato lo studio prima della fine. I bambini che hanno abbandonato lo studio tendevano ad essere più resistenti all'insulina e a un aumento dell’adiposità, rispetto a coloro che invece hanno portato a termine lo studio.

Rischio di sviluppare patologie cardiovascolari da grandi

“Questi risultati sono importanti in ogni caso, dato che i profili metabolici riportati durante l’infanzia possono influire in seguito sul rischio di diabete, ipertensione, obesità, apnea del sonno, infarto e ictus” ha commentato Kim Eagle, ricercatore presso l’University of Michigan Frankel Cardiovascular Center di Ann Arbor. "Le decisioni quotidiane sull’attività fisica, sul tempo di sedentarietà trascorso davanti alla televisione, sui consumi alimentari e sull’entità complessiva del bilancio energetico possono influire profondamente e il futuro stato di salute dei nostri figli sarà simile", ha aggiunto Eagle.

Fonte: JAMA Pediatrics

Le diete da non seguire sono quelle miracolose e che promettono di dimagrire in poco tempo. Funzionano sì, ma a breve termine e sono dannose per la salute. Addio alle diete last minute o zero carboidrati...

Ecco le 5 da evitare

La parola dieta è una delle più cercate dalle donne su Google, del resto nel motore di ricerca se ne possono trovare almeno 150 dal nome proprio.
Il termine "dieta" è in grado di suscitare un sentimento di amore e odio. Amore, ovvero quel desiderio iniziale di voler perdere i chili di troppo nonché quella motivazione che si prova quando si individua sulla carta quella miracolosa, che appare come la svolta per piacere e piacersi di più; odio per quando, invece, si inzia a patire l'astinenza da cibo e ci si accorge dei sacrifici e delle rinunce che comporta e di quanto sia incompatibile con gli eventi mondani.
Rimane il fatto che spesso, pur di riuscire a dimagrire, si incorre in regimi alimentari troppo restrittivi e poco bilanciati. Con il rischio di perdere peso solo momentaneamente e di danneggiare la salute.
L'equipe del Instituto Medico Europeo de la Obesidad di Madrid ha individuato quali sono le cinque diete da evitare assolutamente in questo 2016.
Tra le diete ci sono quelle che eliminano del tutto i carboidrati, le diete detox prolungate e quelle basate sull'assunzione di un unico ingrediente principale e che possono quindi creare dei deficit nutrizionali da non sottovalutare.
Ecco perché.


• Le diete mono-cibi

Ovvero quei regimi alimentari che si concentrano su un unico alimento come la dieta del limone, dell'uva o della mela. Fanno dimagrire in fretta ma creano dei deficit nutrizionali importanti. Il rischio di queste diete, infatti, è di perdere massa muscolare e di recuperare i chili persi (se non di più) non appena si torna a mangiare normalmente.

• Le diete super restrittive

Come quelle da 500 calorie, le cosiddette diete last minute. Oltre ad agire negativamente sull'umore generando stress e stati d'ansia, non fanno bene alla salute e a lungo termine compromettono il dimagrimento. Cosa succede infatti al nostro corpo? Per reazione l'organismo mette in moto i meccanismi di sopravvivenza e rallenta il metabolismo per poter sfruttare la poca energia che riceve e trasformare tutto quello che può in grasso di riserva.

• Le diete iperproteiche

Diete che utilizzano preparati proteici come sostituti dei pasti principali e che limitano quasi a zero l'assunzione dei carboidrati. Sono pericolose perché creano uno stato di chetosi, per cui per sopperire ai cali di glucosio, l'organismo prende l'energia dalle proteine, danneggiando reni e fegato. Ecco perché durante le diete iperproteiche è consigliato bere bevande purificanti aggiuntive per smaltire le tossine in eccesso.

• Diete Detox

Le diete a base unicamente di centrifughe di frutta e verdura sono un carico di vitamine e sali minerali, ma che sono assolutamente da evitare per periodi prolungati. Devono essere seguite solo per un massimo di 48 ore e per depurare l'organismo non con l'obiettivo di dimagrire.

• Le diete con zero carboidrati

Eliminare del tutto i carboidrati vuol dire togliere al corpo la fonte principale di glocosio e quindi di energia. L'effetto è la perdita di massa magra e di acqua.